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Oggi pomeriggio il Cda dell’Unità: si va verso la nomina di un vicario. Il Cdr intanto esprime preoccupazione dopo l’apertura dell’indagine su Veneziani

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Oggi pomeriggio è previsto lo svolgimento del cda di Unità srl, la società che controlla il quotidiano fondato da Gramsci. Diverse le questioni da risolvere, come racconta L’huffingtonpost, ma il nodo cruciale è quello relativo al nome del nuovo direttore.

Guido Veneziani

Guido Veneziani

Diverse le parti in causa coinvolte nella partita, a cominciare da Guido Veneziani, il nuovo editore che “sta investendo palate di soldi”: dall’affitto della testata, ai costi per la sede transitoria di Roma, oltre a quelli per la carta, comprata in previsione dell’uscita in edicola a maggio.
“La scelta del direttore l’ha avocata a sé direttamente Matteo Renzi. Che sta vagliando personalmente una rosa di cinque giornalisti, prendendosi qualche altro tempo per individuare la soluzione definitiva”, continua L’Huffington, indicando Tommaso Cerno e Antonello Piroso, come i candidati prescelti dalla cordata milanese. Archiviata la possibilità di una direzione targata Gianni Cuperlo, e dopo il rifiuto di Gaia Tortora, sono circolati anche i nomi di Stefano Menichini e Gad Lerner.

La soluzione più gettonata comunque sarebbe quella di indicare un vicedirettore vicario, che faccia “partire la macchina e adempia a tutti quei passaggi tecnici un cui ritardo ulteriore porterebbe inevitabilmente allo sforamento dei tempi”.

A complicare la situazione, è di questa mattina la notizia dell’apertura di un’inchiesta a carico dello stesso Guido Veneziani per la bancarotta di Roto Alba, una delle tipografie di sua proprietà. Il cdr dell’Unità ha espresso tutta la sua preoccupazione a mezzo di un comunicato stampa che riportiamo integralmente:

“Apprendiamo con forte preoccupazione da notizie di stampa che l’editore Guido Veneziani sarebbe indagato dalla procura di Asti per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice per le vicende relative alla stamperia piemontese Roto Alba. All’editore, socio di maggioranza della Unità s.r.l., chiediamo che venga fatta al più presto chiarezza su un fatto che se confermato sarebbe di estrema
gravità. La stessa chiarezza la chiediamo agli altri due soggetti della compagine societaria: al gruppo PS e allo stesso Pd (detentore del 5% delle quote tramite la fondazione Eyu) che nei mesi passati ha giocato un ruolo di primo piano nella scelta e nel coinvolgimento dei diversi soci.
Dopo dieci mesi dalla chiusura sarebbe inaccettabile assistere a un ennesimo rinvio per vicende giudiziarie che nulla hanno a che fare con la storica testata e con l’operazione che ne deve, ora e in futuro, garantire le pubblicazioni. Sarebbe inaccettabile sia per i lettori che per i lavoratori. Non nutriamo alcun dubbio riguardo all’operazione di acquisto della nostra testata, sulla cui rigorosa adeguatezza ha esercitato un vaglio attento e scrupoloso il Tribunale fallimentare di Roma, che ha dimostrato grande attenzione e sensibilità per i diritti dei creditori e dei lavoratori. Ma questo non basta. Essere azionista de l’Unità significa anche rispettare i valori fondamentali della legalità e del rispetto del lavoro. Purtroppo non è stato sempre così, anche nel recente passato. La redazione non ha mai mancato di far sentire la sua voce con richiami puntuali alla trasparenza e alla correttezza.Con il ritorno in edicola speriamo in una svolta positiva e non certo in un ritorno indietro. Per questo la chiarezza va fatta fin da subito, anche per evitare che giornalisti e poligrafici restino esposti a continue campagne di stampa non sempre attente alla dignità e all’autorevolezza del nostro lavoro. Il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi ha dichiarato in una recente intervista che l’Unità riprenderà le pubblicazioni “prima dell’estate”. Ci aspettiamo atti concreti che rendano possibile questa dichiarazione. Questo non può essere il tempo dei rinvii, delle ombre, delle incertezze. All’editore
Veneziani e agli altri soci della Unità s.r.l. chiediamo la stessa trasparenza e lo stesso senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori dell’Unità in tutti questi drammatici mesi in cui è stata messa a tacere un’autorevole voce di sinistra, e con essa un patrimonio di valori culturali, civili e morali che devono al più presto tornare a farsi sentire”


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