Grande agitazione a Saxa Rubra per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro nell’emergenza corona virus. Il vero problema riguarda i telegiornali: l’azienda spinge affinché le redazioni si svuotino e venga incrementato lo smart working là dove è possibile, ma non è così facile.Una giornata di riunioni a catena. Alle 17 è iniziato un Cda straordinario proprio per fare il punto sull’epidemia e si attendono le decisioni in proposito. E l’amministratore delegato Fabrizio Salini e il presidente Marcello Foa hanno inviato una lettera di ringraziamento a tutti i dipendenti per il lavoro che stanno facendo.

La sede Rai di Viale Mazzini (Foto Ansa -ALESSANDRO DI MEO)
Dopo il Cda l’ad Salini incontrerà i curatori e i conduttori dei programmi d’informazione, per indicare linee guida comuni. Da mezzogiorno e per un bel po’ si è tenuta la riunione dei comitati di redazione con il segretario Usigrai (sindacato dei giornalisti Rai), Vittorio Di Trapani, che ha lanciato la proposta di una task force della Rai per l’informazione.
Alla riunione hanno partecipato anche direttori dei telegiornali, i quali non sono propensi ad accettare la proposta Usigrai per una maggiore sinergia e collaborazione fra testate, sempre interne Rai, rinunciando a una quota di appartenenza alcuni settori dei tg.
Nell’incontro anche la task force “sanitaria” che si riunisce ogni giorno per affrontare l’emergenza e indica le regole da seguire.
A Saxa Rubra l’azienda sta spingendo perché i giornalisti lavorino il più possibile da casa, il che significa però mettere a disposizione computer attrezzati anche per il montaggio dei servizi e, nell’insieme, mettere in piedi smart working per migliaia di dipendenti.
Tante le ipotesi di organizzazione, anche la turnazione di quattordici giorni in una sorta di quarantena negli studi di Saxa.
E nelle redazioni l’ansia cresce e potrebbe aumentare se per caso risultasse positivo qualche lavoratore più esposto.